Presentiamo in questo articolo un'intervista sottoposta al Dott. Flavio Morchi, Medico Veterinario e Direttore della Comunicazione Scientifica di Royal Canin, sul tema delle allergie e intolleranze nei cani e nei gatti.
C'è differenza tra un'allergia e un'intolleranza alimentare?
Premesso che l'argomento è oggetto di confronto tra gli studiosi, recentemente si tende ad identificare l'allergia alimentare come una reazione dell'organismo caratterizzata da una risposta anticorpale abnorme; di contro, l'intolleranza ad un alimento viene identificata come una reazione dell'organismo che non evoca una risposta del sistema immunitario. È altresì doveroso puntualizzare che i fenomeni di origine allergica costituiscono una minima parte (<5%) di tutti i riscontri clinici dermatologici e/o gastroenterici dei cani e dei gatti. Quindi è una malattia poco diffusa.
È possibile che l'animale diventi improvvisamente allergico o intollerante a qualcosa che ha SEMPRE mangiato?
Considerando che la reazione allergica implica un intervento del sistema immunitario comporta che l'organismo sia venuto a contatto con l'allergene già in precedenza; ovvero il cane/gatto può diventare allergico ad un alimento che ha già conosciuto. Viceversa l'intolleranza si tende ad identificarla come la manifestazione clinica di una reazione metabolica, un'intossicazione o un'idiosincrasia.
È possibile che l'animale sia allergico o intollerante a qualcosa che non ha MAI mangiato?
Come accennavo in precedenza il fenomeno allergico può verificarsi solo nei confronti di allergeni (alimenti, pollini, acari, ecc.) con cui l'organismo è già venuto in contatto precedentemente. Viceversa per l'intolleranza è possibile che si verifichi verso sostanze sconosciute al paziente.
È possibile che il cane/gatto sviluppi sensibilità specifiche anche se la sua alimentazione varia spesso?
Purtroppo le cause primarie dei fenomeni allergici non sono ben conosciute, quindi potenzialmente tutti gli alimenti possono evocare reazioni allergiche nel tempo.
Quali sono gli alimenti che causano maggiormente le allergie o intolleranze?
Non ha senso accusare un alimento o un ingrediente piuttosto di un altro. Tuttavia la maggiore diffusione di proteine di manzo negli anni passati aveva fatto aumentare il riscontro di allergie a tale fonte proteica. Più recentemente lo è stato per il pollo, mentre negli ultimi tempi si assiste ad un maggior riscontro di allergie al pesce.
Quali sintomi si osservano in caso di allergia o intolleranza?
Il quadro clinico che accompagna una reazione allergica è quanto mai vario nonché aspecifico. Solo il medico veterinario dopo una serie di attenti e scrupolosi esami potrà arrivare a confermare la diagnosi di allergia alimentare. L'aspetto più importante è la collaborazione del proprietario, infatti solo il perfetto coordinamento degli sforzi professionali del clinico uniti alla disponibilità del cliente a collaborare potranno facilitare il raggiungimento del successo diagnostico ed ancor più terapeutico.
Come è possibile capire a quale alimento specifico il cane/gatto è allergico?
Una volta definito il sospetto di allergia alimentare da parte del medico veterinario, verrà suggerita al paziente una dieta da evizione che il proprietario dovrà somministrare per almeno 6 settimane, ma non possiamo escludere un'estensione fino a 10-12 settimane. La nuova razione alimentare ha come obiettivo la stabilizzazione dei segni clinici (regressione del prurito, riduzione della diarrea, ecc.) mettendo in condizione il clinico di operare nelle migliori condizioni per favorire la salute del paziente, cane o gatto. Una volta individuato l'alimento o la sostanza che genera le reazioni allergiche sarà necessario nel modo più assoluto evitare che il cane/gatto ne venga a contatto.
In commercio esistono alimenti formulati per diete ipoallergeniche: su che principio si basano?
Il mercato del pet food offre numerose opportunità di scelta in fatto di alimenti cosiddetti ipoallergenici, ma è bene che la loro somministrazione al cane/gatto sia fatta dietro consulto del medico veterinario. Tale premessa si rende doverosa poiché esistono diete a base di proteine inusuali come componenti del pet food, cosiddette novel protein con cui l'animale non dovrebbe essere mai venuto a contatto. Vi sono anche alimenti a base di proteine selezionate, cosiddetti selected proteins con la prerogativa di offrire fonti proteiche in purezza ovvero senza contaminazioni crociate. Infine sono disponibili alimenti a base di proteine idrolizzate che possono offrire un buon margine di sicurezza. Infatti le molecole proteiche sottoposte ad un processo di digestione enzimatica prima della fabbricazione dell'alimento si rivelano un ottimo strumento per facilitare la diagnosi e gestire al meglio il mantenimento nutrizionale del cane o gatto allergico.
I fenomeni legati all'allergia alimentare o all'intolleranza alimentare, possono regredire in misura diversa in funzione di alcuni fattori.
- Collaborazione e disponibilità del proprietario. Un proprietario attento che riesce a ben illustrare la situazione clinica del cane o gatto al medico veterinario fa guadagnare tempo prezioso per il paziente. Dovendo purtroppo escludere numerose altre malattie con segni e sintomi simili è fondamentale la compiacenza del proprietario nel seguire le metodiche necessarie a confermare il sospetto di malattia.
- Scrupolosa osservazione delle prescrizioni mediche. Mai come nella gestione delle malattie di origine allergica, il rispetto scrupoloso della metodica concordata con il medico si rivela determinante per il successo. Qualora venisse prescritta una dieta da evizione, il cane o il gatto non devono assolutamente mangiare altri alimenti, quindi è necessario escludere le leccornie, gli articoli da masticare, l'elemosina di cibo dalla tavola, ecc.
- Capacità di gestione del paziente su lunghi periodi. Il proprietario del cane o gatto allergici deve prepararsi alla gestione di un paziente su lunghi periodi, anche per tutta la vita. Ne deriva la necessità di attrezzarsi con ciotole differenti per i vari animali di casa, alimenti e momenti diversi per somministrare il cibo al paziente allergico, educazione e coinvolgimento di tutti i membri del nucleo familiare.
La corretta interazione tra il proprietario ed il clinico è il principale fattore di successo in tutte le branche della medicina veterinaria, ma per il paziente allergico o sospetto di allergia si rivela fondamentale.
Articolo a cura di =Kiara=,
con la collaborazione del Dott. Morchi
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