Come riconoscere un cibo per gatti di qualità?

Una domanda che viene posta spesso è come riuscire a riconoscere una buona pappa per i nostri amici felini nella vastissima scelta che oggi il pet food ci offre. Le marche sono tantissime, ma ancora di più sono i prodotti che si hanno a disposizione. In generale possiamo dire che gli alimenti per gatto comprati al supermercato non sono quasi mai di buona qualità. Se volete alimentare in maniera appropriata il vostro gatto vi consigliamo di rivolgervi ai negozi di animali specializzati. In ogni caso, in questo articolo non vi forniremo una lista di buone marche e una di cattive, ma vi daremo gli strumenti per capire da voi se un prodotto è valido o se, al contrario, sarebbe meglio evitarlo. Iniziamo subito.

La tabella nutrizionale

Abbiamo già trattato diffusamente di come leggere le tabelle nutrizionali e relativi valori, discutendo anche un po' sulla fisiologia digestiva del gatto. Qui riporteremo riassuntivamente i valori utili a capire se abbiamo di fronte un alimento valido per il nostro gatto. Se siete interessati ad approfondire l'argomento, leggete l'articolo indicato nel link.

Tabella nutrizionale
Proteine 35-45%
Grassi 15-30%
Carboidrati Il meno possibile
Fibre < 5%
Ceneri < 8%
Ca/P 1:1

Tutti i valori in tabella sono quelli consigliati per un gatto adulto, sano e normopeso e sono considerati sulla materia secca, vale a dire escludendo l'umidità dal calcolo della percentuale. I croccantini hanno una bassa umidità, di solito intorno al 10%, mentre naturalmente le scatolette di pappa umida hanno acqua in abbondanza. Poiché questa altera le percentuali, è bene eliminarla dal calcolo. Per farlo vi basta compilare il form sopra e calcolare i valori della vostra pappa escludendo l'umidità.

Eliminare l'umidità dal calcolo
Umidità %
Proteine % %
Grassi % %
Fibre % %
Ceneri % %

Gli ingredienti

Prodotti animali VS prodotti vegetali

Leggere la tabella nutrizionale non basta. Infatti non è importante solo la quantità in percentuale delle varie sostanze, ma anche la qualità. Come abbiamo già visto nell'articolo sulle nozioni riguardo all'alimentazione felina, i gatti sono carnivori obbligati e le proteine, gli aminoacidi, gli acidi grassi e altri elementi di cui hanno bisogno derivano dalla carne. Alcune pappe industriali, per esempio, utilizzano le più economiche proteine vegetali per raggiungere i valori proteici adeguati: quantitativamente sono pappe che hanno dei valori buoni, ma qualitativamente non ci siamo. Il gatto è in grado di digerire bene le proteine animali, molto meno quelle vegetali e inoltre è solo dalla carne che riesce a sintetizzare alcuni importanti elementi per la sua nutrizione. Gli ingredienti della formulazione devono quindi essere a base di carne.

Come già saprete, gli ingredienti sono ordinati nell'etichetta in ordine decrescente di quantità, vale a dire che il primo ingrediente è quello che costituisce la maggior parte della composizione e l'ultimo quello meno presente. In base a ciò, il primo ingrediente di una buona pappa deve essere la carne e possibilmente anche gli ingredienti a seguire.

Cereali e carboidrati

I cereali sarebbero da evitare per quanto possibile, poiché contengono molti carboidrati. Purtroppo questi sono utilizzatissimi nella produzione di croccantini, perché conferiscono la forma solida e compatta e perché costano poco. Tuttavia sono anche i principali responsabili dell'obesità e del diabete di tipo II. Inoltre alcuni cereali sono responsabili di allergie e intolleranze alimentari: il mais è quello che dà più problemi, mentre il riso è quello meglio tollerato. A tal proposito esistono da poco in commercio le pappe grain-free, cioè quelle prive di cereali, sia in forma umida che in forma secca, sia completi che complementari.

Additivi e zuccheri

Infine, additivi sintetici quali coloranti, conservanti e appetizzanti andrebbero evitati. Quelli naturali invece non causano problemi.
Lo zucchero merita un discorso a parte. A volte i produttori di cibo per gatti aggiungono lo zucchero per conferire al prodotto un colore e un gusto migliore... per noi umani! I gatti infatti non percepiscono il dolce e quindi non sentono il sapore dello zucchero; ancora meno sono interessati al colore del loro cibo (i gatti vedono i colori?). Lo zucchero in definitiva viene inserito per rendere appetibile l'alimento agli occhi umani, piuttosto che ai palati felini. Il gatto per di più non è in grado di digerirlo completamente e lo zucchero finisce così per essere solamente dannoso, poiché va ad aggiungere la sua azione a quella già compiuta dai cereali. Lo zucchero va quindi evitato.
Da tutto ciò possiamo inoltre imparare una lezione: ciò che a noi sembra buono non lo è per forza anche per i nostri mici; ciò che a noi sembra avere un pessimo aspetto potrebbe invece essere gustoso e salutare per il nostro gatto. A tal proposito esistono infatti ottime pappe umide che hanno un aspetto orrendo e un odore poco invitante per noi, ma che piacciono molto ai gatti e sono anche molto più salutari di tante altre pappe che, per essere accettabili ai nostri occhi, contengono un mucchio di schifezze.

Impariamo a leggere l'etichetta

La dicitura della carne

La carne nelle etichette viene indicata in vari modi e questo genera un po' di confusione. Se sull'etichetta viene riportata la percentuale di carne fresca, questa viene pesata appunto da fresca e considerata con il suo peso da fresca, ma dopo la disidratazione e la lavorazione la quantità effettiva di carne scende inevitabilmente nella lista degli ingredienti. Quindi per esempio se l'etichetta riporta pollo fresco (20%), significa che quel pollo da fresco costituiva il 20% della composizione, ma da disidratato la percentuale sarà molto meno, poiché si elimina l'umidità. Al contrario, se incontriamo la dicitura farina di pollo (20%) possiamo essere certi che il pollo contenuto nella pappa sia davvero il 20%, poiché la percentuale riportata si riferisce al prodotto già disidratato. Vi sarete anche imbattuti in etichette che citano pollo (20%): in tal caso non possiamo sapere se il pollo è stato pesato da fresco o da disidratato, poiché la dicitura è troppo vaga. Ancora più imprecisa e confusionaria è la dicitura carni e derivati (pollo 20%), spesso utilizzata nei prodotti da supermercato. In questo caso non significa che è presente il 20% di pollo sul totale, ma che tra le varie carni presenti, il pollo costituisce il 20% delle carni: sfortunatamente non abbiamo indicazioni su quante e quali siano effettivamente queste carni, che potrebbero anche essere presenti in piccola percentuale sul totale.

Se nella dicitura viene riportato l'animale per intero, es. pollo fresco, significa che del pollo sono contenute tutte le parti, mentre se l'etichetta cita esplicitamente la carne, es. carne fresca di pollo, significa che del pollo sono contenute solamente le parti nobili come il muscolo. Badate bene che il gatto in natura non mangia solo i muscoli delle sue prede, ma le mangia interamente, quindi non bisogna storcere il naso all'idea che nella pappa ci siano interiora e ossa tritate: per il gatto è normale così e, anzi, è teoricamente meglio, dato che le varie parti dell'animale apportano diverse sostanze essenziali per la nutrizione del gatto.

Come riconoscere gli additivi?

Come abbiamo già detto, gli additivi sintetici andrebbero evitati, mentre quelli naturali sono innocui. Ma come riconoscerli? I conservanti naturali più spesso utilizzati sono la vitamina E (alfa-tocoferolo) e la vitamina C (acido ascorbico). Talvolta come conservante vengono utilizzate delle piante, come il rosmarino.

Gli additivi sintetici invece vengono solitamente riportati sotto la dicitura additivi CEE: si tratta di coloranti e conservanti autorizzati dalla Comunità Europea, ma comunque di origine sintetica e i cui effetti a lungo termine sono discutibili. Sono solitamente indicati da un numero preceduto dalla sigla E. Tra i più comuni troviamo BHA (E320), BHT (E321) e gallato di propile (E310), tutte sostanze che sarebbe meglio evitare.



Articolo a cura di =Kiara=