Nel momento in cui decidiamo di prenderci cura di un tamia dobbiamo tener ben presente che questo genere di roditore ha un comportamento piuttosto diverso da quello di una cavia o un criceto, che sono di norma molto socievoli e già abbastanza abituati al contatto con l'uomo. Non bisogna assolutamente aspettarsi che, una volta portato a casa e introdotto nella nuova gabbia, in pochi giorni sarà già possibile accarezzarlo, offrirgli del cibo dalle mani oppure lasciarlo uscire dalla gabbia. Per arrivare a questo genere di rapporto c'è bisogno, nella maggior parte dei casi, di molto tempo e pazienza, a volte anche di mesi e mesi. Durante i primi tempi, stenterà ad uscire dalla sua tana, scapperà ad ogni nostro minimo movimento e andrà a nutrirsi e a bere soprattutto nelle ore notturne o durante la nostra momentanea assenza. È importante non perdere subito le speranze di poter addomesticare il nostro tamia, e tenere presente che con molta calma e comprensione è possibile ottenere la fiducia del nostro piccolo roditore. Vediamo cosa è necessario fare o non fare per riuscire a fargli perdere il più presto possibile ogni timore verso di noi.
Primi giorni a casa: l'ambientamento
Innanzitutto, a pochi giorni dall'arrivo a casa, è necessario fare in modo che il tamia possa stare il più tranquillo possibile e per questo non bisognerà disturbarlo. I primi giorni, oltre ad avere paura dell'uomo, bisogna mettere in conto che lo scoiattolino sarà spaesato visto che si troverà in un ambiente e in una gabbia nuovi dagli odori sconosciuti. Prima di procedere con l'addomesticamento è essenziale che lo scoiattolo si ambienti. Quindi non appena arriva a casa, bisogna lasciarlo il più tranquillo possibile, limitandoci ad osservarlo ad una certa distanza dalla gabbia. La curiosità i primi giorni potrebbe spingerci a restare continuamente vicino alla sua gabbia a spiare cosa fa e se esce dal nido, ma almeno finché non si è tranquillizzato è meglio cercare di tenere una certa distanza e osservarlo da lontano. Ecco un elenco di cose da NON fare:
- Tentare di prenderlo o accarezzarlo quando notiamo che è in giro per la gabbia in nostra presenza: rischieremmo di spaventarlo di più e di ricevere in cambio un bel morso.
- Costringerlo ad uscire dalla tana (che deve sempre essere presente!) per prenderlo o anche solo osservarlo. La tana infatti è un luogo intimo e privato, pervaso dal suo odore in cui ama dormire e in cui si sente protetto. Quando è nel suo nido non dovrebbe mai essere disturbato.
- Fare rumori e caos in generale. Anche ascoltare musica o guardare la televisione ad alto volume in prossimità della gabbia è una fonte di stress per il piccolo scoiattolo.
- Permettergli di uscire dalla gabbia quando ancora non si è abituato del tutto a noi: si rischia di non riuscire più a farlo rientrare in gabbia e di terrorizzarlo ulteriormente, rallentando il processo di addomesticamento.
L'addomesticamento
Innanzitutto per addomesticamento intendiamo il processo attraverso il quale il nostro tamia diventerà domestico e imparerà a fidarsi di noi, concetto ben diverso dall'addestramento, in cui l'animale impara a compiere dei giochetti su comando. L'addestramento di un tamia è cosa praticamente impossibile, visto il grado di distacco e selvatichezza che questo animale conserva. Parliamo quindi semplicemente di addomesticamento, cioè dell'acquisizione di fiducia nei nostri confronti.
L'addomesticamento richiede tempo e pazienza: non si può pretendere di ottenere subito dei buoni risultati, ma bisogna rispettare i tempi e gli spazi dello scoiattolo. L'addomesticamento può durare da alcune settimane ad alcuni mesi e per questo è fondamentale non avere fretta. Se volete un animale da tenere in mano facilmente e che si addomestichi velocemente, allora il tamia non fa al caso vostro. Tuttavia, il fatto che si tratti di un animale diurno, gioca a nostro favore, visto che sarà più facile per noi interagire con lui.
Offrire del cibo
Trascorsa la prima fase di totale spavento e confusione, il tamia comincerà ad uscire dal nido per mangiare, bere e svolgere le sue attività quotidiane nonostante la nostra presenza. Quando lo scoiattolo è in grado di mangiare in maniera tutto sommato tranquilla pur vedendoci, quello è il momento in cui possiamo provare ad offrire del cibo, cercando di trovare quello che più lo attira: di solito frutta a guscio come noci, nocciole e simili (non le mandorle che sono tossiche!) o frutta, come mela, pera, ciliegia, uva (tutte senza semi e noccioli). Se gli diamo del cibo che già ha nella sua ciotola, come i semi di girasole o di mais, difficilmente si avvicinerà: bisogna prenderlo per la gola e offrire qualcosa di veramente allettante. Possiamo provare ad allungargli del cibo, prima attraverso le sbarre e poi infilando direttamente la mano nella gabbia, ma solo se lo scoiattolo non sembra eccessivamente spaventato, altrimenti è meglio rimandare la sessione di esercizi ad un momento più adatto. Questo è il metodo migliore per iniziare a fargli perdere timore e ciò richiede moltissima pazienza. Rispettare i suoi tempi e non pretendere che dall'oggi al domani ci salga sulla mano è fondamentale per ottenere dei buoni risultati.
La libera uscita
Quando ci accorgiamo che il nostro tamia si fida di noi e non ha più paura della nostra presenza si può tentare di farlo uscire dalla gabbia, aprendo la porticina e aspettando che si faccia avanti e quindi che sia lui ad uscire da solo. Se questo non dovesse accadere, significa che non si sente ancora pronto per allontanarsi dalla gabbia, dal nido e dal suo odore e quindi bisogna rimandare l'uscita. Le prime uscite sono importanti, non solo per permettergli di correre libero e sgranchirsi, ma anche per rafforzare il nostro rapporto. Bisogna però tenere presente che, non essendo mai stato al di fuori della gabbia, inizialmente sarà un po' schivo e tenderà a nascondersi. Questo non deve farci pensare che abbia di nuovo perso fiducia in noi, ma semplicemente che la stanza in cui lo liberiamo è nuova per lui e quindi avrà la necessità di pendere confidenza con l'ambiente. Anche se tra voi e lo scoiattolo si sta instaurando un buon rapporto, le prime volte che gira libero per la stanza conviene muoversi il meno possibile e aspettare che abbia imparato a conoscere bene anche questo nuovo ambiente. Sarà poi lui a rientrare da solo in gabbia, quando sente il bisogno di tornare al suo nido, dove c'è il suo odore e un ambiente conosciuto. Per questo è importante che la porta della gabbia resti aperta e che lo scoiattolo possa farvi ritorno quando lo ritiene. Non è opportuno riprenderlo con le mani, perché potremmo traumatizzarlo e allungare nuovamente i tempi di addomesticamento. Se proprio abbiamo fretta di farlo rientrare in gabbia, possiamo provare a convincerlo a rientrare con del cibo appetitoso.
Il carattere selvatico del tamia rappresenta una sfida all'addomesticamento, ma questo in fondo fa parte del fascino dell'animale. Riuscire ad addomesticare un tamia è un'esperienza meravigliosa: il risultato non si raggiunge subito, ma quando finalmente abbiamo un tamia domestico le soddisfazioni ripagano ogni sforzo.
Articolo a cura di Mielitach-92
0 Commenti
Puoi commentare liberamente l'articolo, ma ti chiediamo di essere gentile. Se stai cercando risposte ad un problema specifico, ci trovi nella chat Telegram di Pets Life.