Il diabete è una malattia che non colpisce solamente l'uomo, ma che può riguardare anche i cani e gatti. Presentiamo quindi
una trattazione del diabete nei cani e nei gatti fornitaci dal Dott. Flavio Morchi, Medico Veterinario e Direttore della Comunicazione Scientifica di Royal Canin.
Cos'è il diabete
L'espressione diabete indica, secondo la sua etimologia, una malattia che aumenta il flusso delle urine come riconosciuto già nell'antichità dagli Egiziani, dai Greci e dai Cinesi. L'espressione "mellito", adottata in tempi più moderni, identifica la caratteristica dolciastra delle urine e del sangue dei pazienti diabetici (conosciuta anch'essa dall'antichità). Di fatto si tratta di un disequilibrio del metabolismo del glucosio che viene ad instaurarsi e perdurare nel tempo provocando una serie di patologie concatenate. Anche se è molto meglio studiata nell'uomo, la patologia diabetica affligge una significativa quota della popolazione di cani e gatti sebbene con alcune differenze.
- Nel cane
Nel cane viene segnalata una maggiore incidenza del
diabete di tipo 1, determinato dalla mancata o ridotta produzione di insulina legata alla riduzione di attività delle cellule beta, cellule del pancreas deputate alla produzione e secrezione dell'ormone ipoglicemizzante, l'insulina. Le cause non sono chiare ma si possono riconoscere in predisposizioni ereditarie, interazioni farmacologiche, infezioni, patologie immunitarie, tumori. Ciò detto la terapia di elezione (ovvero la più indicata) è la somministrazione di insulina esogena (quindi dall'esterno) da somministrarsi giornalmente per lunghissimi periodi, anche a vita.
- Nel gatto
diabete mellito tipo 2, ovvero una variante della malattia in cui la produzione di insulina è conservata, ma le cellule preposte alla secrezione ormonale vengono in varia misura invase da una sostanza organica, prodotta dallo stesso organismo: l'amiloide. In base alla popolazione di cellule beta rimanenti e funzionanti si possono avere diversi quadri clinici in cui la somministrazione di insulina esogena (farmacologica) può non essere necessaria. Altre peculiarità del diabete mellito felino sono la sua transitorietà in una ridotta percentuale di casi (20%) che si risolve nel giro di 4-6-8 settimane, oppure la possibilità di essere ben controllato con l'adozione di un adeguato regime dietetico.
Quindi solo il medico veterinario, dopo aver completato le indagini diagnostiche, potrà proporre la migliore strategia terapeutica e che dovrà essere adattata caso per caso e rivista a seguito di visite di controllo. I controlli dovranno proseguire per tutto il resto della vita onde individuare in anticipo l'insorgenza delle complicanze a lungo termine (cataratta nel cane, neuropatie e nefropatie nel cane e nel gatto).
I segni del diabete
Il ruolo che spetta al proprietario rimane centrale, poiché in primis dovrebbe essere in grado di sospettare una tale patologia già osservando l'
esagerata sete dell'animale, il suo ripetuto bisogno di urinare associato all'eccessiva modifica del peso corporeo sia in aumento (obesità) che in diminuzione (dimagramento).
Confrontandosi con il veterinario precocemente si possono inoltre anticipare soluzioni terapeutiche che condotte in modo più dolce, possono ridurre il loro impatto sulla qualità di vita del paziente (cane o gatto) e del nucleo familiare ospitante.
La terapia
Un altro momento di fondamentale importanza è la compiacenza, poiché l'evoluzione della malattia diabetica è (salvo alcuni casi) prevalentemente
cronica. Il proprietario ed altri componenti del nucleo familiare, quindi, dovranno prendere dimestichezza con la somministrazione dell'insulina per via parenterale (iniezioni intramuscolari), sarà necessario modificare e mantenere il nuovo regime dietetico ed inoltre sarà anche necessario far adottare al cane o gatto uno stile di vita più attivo. Tutte queste modifiche dovranno essere perpetrate per il resto della vita dell'animale con evidenti conseguenze su tutto l'entourage.
In termini di costi non è possibile fare un'analisi accurata, ma può riuscire utile sottolineare che una diagnosi ed una terapia instaurate precocemente riducono in modo significativo l'onerosità delle cure e le complicanze a lungo termine della malattia.
Articolo a cura di =Kiara=,
con la collaborazione del Dott. Morchi
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