Nell'ultimo cinquantennio la popolazione umana ha aumentato sensibilmente la propria aspettativa di vita. Non è un caso peraltro se tale aspettativa di vita, fatte le debite proporzioni, si estenda anche agli amici a quattro zampe che vivono nelle medesime regioni del mondo. Sicuramente, un tale vantaggio è legato alla condivisione tra animali da compagnia ed esseri umani di migliori condizioni sociali e sanitarie tali da ritardare i cosiddetti "effetti dell'invecchiamento". Di seguito è riportato il parere del Dott. Flavio Morchi, Medico Veterinario e Direttore della Comunicazione Scientifica di Royal Canin.
Cambiamenti nel corpo e nel comportamento
La prima domanda quindi da porsi è "cosa spinge l’organismo ad invecchiare"? Volendo racchiudere con una semplice frase questo inevitabile processo, si può dire che "le cellule perdono progressivamente la loro capacità riparativa condannando l'organismo a rispondere in modo sempre meno efficace agli stimoli esterni con l'avanzare dell'età".
I cambiamenti imposti da tale semplice e banale constatazione nei nostri amici a quattro zampe si evidenziano in modo differente.
I cambiamenti imposti da tale semplice e banale constatazione nei nostri amici a quattro zampe si evidenziano in modo differente.
Nei cani ad esempio (ma anche nei gatti) gli effetti del tempo più esteriori si possono individuare con l'incanutimento del pelo attorno al muso ed agli occhi, ma anche con la progressiva perdita di lucentezza del mantello.
In termini di comportamento è facile notare che il cane (o gatto) anziano tende a dedicare maggior tempo al riposo. Un simile atteggiamento tuttavia è la risultante di altrettanti processi di invecchiamento a carico di diversi distretti. Le articolazioni, infatti, potrebbero risentire dell'usura provocata da urti o traumi pregressi con l'insorgenza di fenomeni degenerativi a carico della cartilagine (artrosi) tali da far accusare una più o meno intensa dolorabilità a freddo. Inoltre, la capacità di movimento tende a venir meno anche per la progressiva diminuzione di tessuto muscolare associata ad una minor efficienza dell'apparato cardiovascolare.
Non sono purtroppo esclusi organi ghiandolari come il rene ed il fegato che progressivamente perdono le loro capacità di filtraggio. La specie felina è sensibilmente più esposta rispetto al cane a patologie della senescenza come l'insufficienza renale cronica che potrebbe essere origine di alcuni disturbi segnalati dai proprietari (urinare più del normale, bere in maggior misura, mutamenti dell'appetito, etc). Il cane anziano di contro sembra più esposto a patologie degenerative a carico del fegato. In ogni caso la sorprendente capacità rigenerativa di questi due organi rende evidenti le conseguenze delle lesioni subite solo in fase tardiva, quando buona parte dell'organo è oramai irrimediabilmente compromessa.
Infine le conseguenze dell'invecchiamento cellulare sul sistema nervoso centrale si evidenziano con mutamenti più o meno sensibili del ritmo sonno-veglia osservato abitualmente dall'animale oppure con inusuali reazioni agli stimoli ambientali. Un esempio possono essere le maggiori difficoltà con cui il cane ed il gatto maturo sopportano i trasferimenti per le vacanze (viaggio o pensione per animali) o ancora la ristrutturazione dell'appartamento.
Come affrontare l'invecchiamento
Alla pari degli esseri umani anche per i nostri amici animali è possibile suggerire comportamenti e stili di vita tali da ritardare, se rispettati con regolarità, gli effetti del tempo.
Premesso che nella specie canina le razze MINI sono generalmente più longeve delle MAXI o GIANT, è necessario ricordare il mantenimento del peso ideale che non corrisponde al peso forma, ma si identifica con un peso corporeo non eccessivamente distante da quello suggerito come standard di razza.
Strettamente associata è la pratica regolare di una moderata attività fisica, che per il proprietario del cane si concretizza nelle passeggiate e giochi all'aperto mentre per il gatto consiste nel mettere a sua disposizione giochini ed oggetti tali da simulare delle occasioni di caccia oppure disporre la ciotola in vari punti della casa, sempre diversi, incoraggiando l'animale alla ricerca del cibo.
Sul piano nutrizionale infine, le accortezze da impiegare constano nella scelta di alimenti dedicati ad animali maturi (cani o gatti) che giovano di maggiori integrazioni a base di antiossidanti, vitamine e particolari nutrienti in grado di contrastare in varia misura i primi effetti dell'invecchiamento cellulare. Inoltre l'aggiunta di altri nutrienti consente agli alimenti per cani o gatti di rispondere meglio alla situazione cercando di compensare alla riduzione progressiva delle capacità organiche dell'animale come la minore percezione degli odori e dei sapori, la minore capacità digestiva e la maggior frequenza dei problemi di transito intestinale.
Il proprietario in definitiva ha un compito arduo, ma significativo ovvero individuare precocemente i segni di sofferenza legati all'età del proprio amico a quattro zampe e rivolgersi al medico veterinario per un consulto prima di adottare un eventuale intervento terapeutico o nutrizionale.
Articolo a cura di =Kiara=
con la collaborazione del Dott. Morchi
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