La displasia dell'anca è un problema piuttosto frequente che affligge i cani di alcune delle razze più allevate e più comuni nelle nostre case. I più colpiti sono i cani di taglia grande, ma si registrano casi anche di cani di piccola taglia affetti dalla malattia. La displasia dell'anca può portare ad una difficoltà di movimento più o meno grave, spesso accompagnata da un forte dolore per il cane.  Le cause che portano all'insorgenza della malattia non sono ancora del tutto chiare, ma è stato osservato che con la prevenzione è possibile controllarne lo sviluppo.
Con l'aiuto del Dott. Flavio Morchi, Medico Veterinario e Direttore della Comunicazione Scientifica di Royal Canin, ci inoltreremo in questo argomento.

Cos'è la displasia dell'anca?

L'espressione "displasia" nel gergo medico veterinario identifica lo sviluppo anomalo di un tessuto o di un organo. Nella specie canina la displasia dell'anca si esprime come uno sviluppo alterato della testa del femore tale da renderla inadatta ad essere contenuta nella cavità acetabolare, ovvero la sezione concava dell'articolazione. Il grado si incongruenza dei segmenti ossei comporta quadri clinici molto diversi tra loro che evolvono nel tempo compromettendo in misura molto variabile le capacità motorie del cane. Infatti il tessuto cartilagineo di contatto, dovendo sopperire al difetto, nel lungo termine si può deteriorare a tal punto da far accusare al paziente un dolore localizzato ed intenso.
La diagnosi di displasia dell'anca, sia nelle forme giovanili che adulte, può essere confermata solo dopo un'accurata visita ortopedica veterinaria a cui seguirà una strategia terapeutica che potrà prevedere sussidi nutrizionali, medici o chirurgici.

Perché insorge?

Le cause che possono determinare l'insorgenza della malattia sono molteplici ed ancora oggetto di discussione tra i medici veterinari. Sono implicati fattori genetici, poiché alcune razze sono relativamente più esposte. Pare tuttavia che non si tratti di un singolo gene, ma che siano numerosi i geni che concorrono a creare la patologia.
Vengono considerati anche i fattori familiari, poiché in alcune linee di sangue si riscontra una frequenza di malattia più elevata che in altre. Può anche accadere che due genitori sani diano alla luce un cucciolo che presenta il problema. La linea di sangue può considerarsi libera dalla patologia quando siano sani non solo i genitori del cucciolo, ma anche i nonni, gli zii, le sorelle e i fratelli del cucciolo. In caso contrario il rischio che il cucciolo sviluppi la patologia è più elevato.
L'incidenza dei fattori ambientali che potrebbero influenzare lo sviluppo della malattia è ancora da chiarire. Pare comunque che l'alimentazione, l'attività fisica e le malattie concomitanti possano influire sulla gravità della malattia.

Quali sono le razze a rischio?

I cani che più frequentemente presentano la malattia sono quelli di taglia da media a grande, anche se in potenza tutti i cani possono esserne affetti. Le razze maggiormente colpite sono il Pastore Tedesco, il Labrador Retriever, il Golden Retriever, il San Bernardo, il Rottweiler, il Boxer, il Bulldog, il Dogue de Bordeaux, il Cane Corso e in generale i molossoidi.

La displasia si può prevenire?

Se siete proprietari di un cucciolo che appartiene ad una razza a rischio, prestate particolare attenzione all'alimentazione, poiché può giocare un ruolo chiave nello sviluppo della malattia. Si ritiene infatti che i cuccioli sovralimentati abbiano un accrescimento più rapido e uno sviluppo delle articolazioni meno armonico: alimentare troppo il cucciolo o lasciare che mangi a volontà rappresenta un errore. Le razioni di cibo giornaliere vanno controllate e suddivise in più pasti durante l'arco della giornata: in questo modo è possibile ottenere un accrescimento più armonico del cucciolo.
Altro aspetto nutrizionale interessante è l'opportunità di alimentare il cucciolo, ma anche il cane adulto, con razioni specifiche concepite in base alla razza di appartenenza, alla taglia ed all'età visto che parametri di questo tipo sono ritenuti importanti nello sviluppo della malattia. È importante inoltre prevenire il sovrappeso e l'obesità, mantenendo il cane nel suo peso forma.
Un ultimo fattore nutrizionale che può giocare a favore del paziente per favorire il corretto funzionamento delle articolazioni è la presenza nella razione di specifici nutrienti dalla riconosciuta azione modulatrice dei mediatori infiammatori associata a particolari acidi grassi e vitamine. In conclusione il suggerimento è di affidarsi al medico veterinario sia per la prevenzione che per la diagnosi precoce della malattia.


Articolo a cura di =Kiara=
con la collaborazione del Dott. Morchi